La Montagna del bene e la ricerca spirituale. Come superare gli ostacoli sul percorso spirituale? Come realizzarsi come sempre maggior bene?

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Mi apro al superamento diretto degli ostacoli sul percorso spirituale.        

Per comprendere meglio i concetti sul bene e sul male può essere utile l’esempio dello scalatore e della montagna. Il primo rappresenta il ricercatore (la ricercatrice) spirituale. La seconda il percorso spirituale. Va però considerato che il ricercatore spirituale è lo stesso percorso spirituale, nel senso che tutto ciò che egli sperimenta, pensa, vuole e decide avviene in lui stesso. è: sua esperienza, sua interpretazione, suo volere.

Chiedo alla Verità di aiutarmi a conoscere le verità sul rapporto mondo interiore – mondo esteriore.

         Bisogna inoltre considerare le nostre due prospettive. In quanto ricercatore spirituale tendiamo al Superiore. In quanto Identità Reale siamo invece ciò a cui tendiamo come ricercatore: lo scopo essenziale della ricerca è l’emersione dello Stato Originale di cui l’Identità fa parte.

         In quanto spazio evolutivo (percorso di realizzazione di sempre maggior bene) la montagna rappresenta i potenziali sia del bene sia del male. 

Mi apro alla realizzazione del massimo bene possibile.

Mi apro a realizzarmi come massimo bene possibile.

         Gli aspetti del male sono essenzialmente tre: gli influssi non evolutivi esteriori, il male interiore dello scalatore e il suo approccio non illuminante a esteriorità e interiorità; quest’ultimo aspetto è comunque parte del suo male interiore.  

         Il concetto di influssi non evolutivi, interiori ed esteriori, va inteso come: influssi che attirano verso l’inferiore, oppure che favoriscono la il mantenimento della meccanicità orizzontale, ostacolando così l’umanizzazione.

         I tre aspetti essenziali del bene sono: l’influsso positivo esteriore, il bene già maturato dallo scalatore, l’approccio illuminante dello scalatore all’esteriorità e alla propria interiorità; quest’ultimo è comunque un aspetto del bene interiore.

         Gli stessi eventi che per alcuni sono causa di abbattimento, per altri possono essere ragione di profonda umanizzazione. Così pure alcuni fruiscono in modo veramente minimo di influssi altamente positivi, mentre altri ne traggono enorme vantaggio. Se non siamo capaci di fruirne anche l’influsso massimamente positivo non può esserci di aiuto. È un po’ come cercare di riempire una bottiglia immergendola in un fiume, ma con il tappo ben avvitato, oppure, ancora peggio: tenere la stessa bottiglia bel lontana dall’acqua. Considerando ciò, possiamo meglio comprendere l’enorme importanza dell’aumentare la qualità dell’arbitrio, anche per attirare influssi migliori e meglio fruirne.

Mi apro alla capacità di fruire in modo umanizzante di tutti gli eventi.

         Non affrontando giustamente gli ostacoli siamo noi stessi ostacolo per noi stessi, quindi parte del male stesso.  Così pure non fruire giustamente di eventi favorevoli significa farsi male negandosi il bene.  Senza il giusto approccio interiore non possiamo (in genere) superare giustamente nemmeno gli ostacoli minori. Approcciandosi giustamente, cioè in modo umanizzante, a noi stessi, facciamo, invece, valere la massima: aiutati che Dio di Aiuta, favorendo, spesso, soluzioni generalmente inconcepibili.

Mi apro al massimo aiuto di Dio.

Chiedo a Dio di aiutarmi nella massima misura possibile.

         Compresa giustamente l’espressione: Sia fatta la Sua Volontà, non è per nulla fatalistica. Anzi: libera dal fato dettato anche, se non soprattutto, da costante infatuazione per “sé”. Per ciò che concerne l’essere umano Volontà Divina è che l’uomo realizzi l’umanizzazione.  Volere la Volontà Divina significa anche voler accedere agli influssi evolutivi più appropriati. Volere la Volontà Divina significa voler liberarsi dal fato, inteso anche come destino meccanico, orizzontale. Aprirsi alla Volontà Divina significa aprirsi a maggior umanizzazione: Volontà Divina è che l’essere umano usi se stesso e gli strumenti evolutivi per umanizzarsi.

Chiedo alla Volontà Divina di nobilitarmi.

         Alcuni ostacoli possono essere superati facendo il gioco del male: corruzione, violenza, intimidazione, manipolazione…, ma questo non significa superarli giustamente, umanamente. Significa percorrere la via del male. Dobbiamo tendere a essere sempre maggior bene.   Essere sulla via del male significa percorrere senza però progredire veramente: spiritualizzarsi e spiritualizzare. Significa “progredire” calpestando il proprio e altrui diritto all’umanizzazione. Violazione che deve essere sanata il prima possibile interiormente, liberandosi dai meccanismi causanti tali violazioni, oppure si dovrà pagare dazio, in forma di malattia o problemi esteriori.

         I fattori esteriori influenzano lo scalatore (ricercatore spirituale) che dovrebbe maturare l’abilità di fruirne sempre meglio di influssi benefici, ma anche malefici. Affrontando giustamente il male questi potrebbe rivelarsi molto positivo, anche perché obbliga a sviluppare nuove capacità: essere migliori generatori di soluzioni umanizzanti.

         Constatando un ostacolo ricordiamoci che il bene può essere dato anche dal male, nel senso che il male ci offre la possibilità di imparare a tendere sempre meglio al Superiore. Chiaramente ciò non significa che evolversi significa imparare a generare meglio il male. Tendere a generare meglio il peggio è un aspetto allucinante dell’idiozia esistenziale. Il male fa parte del prodotto evolutivo lordo, mentre il bene è il prodotto evolutivo netto. Il male può essere fruito in modo potentemente umanizzante, ma l’umanizzazione è realizzazione di bene sempre maggiore.

         Più ci avviciniamo alla Vetta maggiore è il bene realizzato e a disposizione, ma il Bene Assoluto non si trova sulla montagna. La Vetta è l’inizio dell’esprimersi dello Stato Originale e la soglia del rientro delle vibrazioni nello Stato Originale. Rientro che consiste nella reintegrazione delle vibrazioni nuovamente nello Stato di Simultaneità (Stato Originale). Dalla prospettiva del Manifesto il Presentarsi dello Stato Originale è l’aspetto più elevato della Prospettiva Identità: allora possiamo affermare che in linea di massima l’intera montagna (intero percorso spirituale) è stata integrata nello Stato Originale; si tratta di uno stato di Coscienza non di forma manifesta.

Mi apro alla Sintesi Integrale del percorso spirituale che sono.

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