Cosa significa essere un ricercatore spirituale? Come realizzare scopi superiori?

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Invoco il Bene Assoluto per tutti.

Che il Bene Assoluto ci guidi.

Sempre.

Spiritualità e realizzazione del bene

Il percorso spirituale è essenzialmente un processo di realizzazione del bene. Ricercatore spirituale è chi tende intenzionalmente a rendersi bene sempre maggiore. Volere la realizzazione del bene è pertanto l’intenzione spirituale (umanizzante) fondamentale. Umanizzarsi (maturare spiritualmente) significa essenzialmente divenire bene sempre maggiore per Essere Bene Assoluto: essere cioè continuità di consapevolezza di là del campo della dualità bene – male.  

Riflettere consapevolmente su ciò può aiutarci a fare chiarezza sulla qualità: del nostro percorso spirituale (cioè di noi stessi in quanto ricercatori spirituali), delle nostre intenzioni, delle nostre pratiche evolutive, del modo di vivere, del modo di rapportarci con noi stessi e il prossimo. Può aiutare anche a chiarire quanto un insegnamento o metodo è orientato alla realizzazione spirituale, oppure al conseguimento di scopi personalistici, egoistici, anche se associati a concetti o metodi spirituali.

Non dedicando la vita a scopi superiori siamo automaticamente destinati a rimanere inferiori a Noi Stessi.

Sono totalmente aperto/a a Scopi Superiori.

Chiedo al Bene Assoluto l’aumento infinito

della qualità della ricerca spirituale.

Dal bene al Bene Assoluto  

         La realizzazione del bene è il passaggio da minor bene a maggior bene per Essere Bene Assoluto. La realizzazione del bene può essere definita, tra l’altro, come passaggio:

  • dalla consapevolezza parziale all’Onniscienza;
  • dalla meccanicità alla Spontaneità;
  • dall’immaginare la vita a Essere Vita Vera;
  • dall’arbitrio al libero arbitrio;
  • dal subire il vuoto esistenziale a Essere Pienezza Esistenziale;
  • dall’oscurantismo esistenziale all’insegnamento giusto, fino all’essere, in quanto Bene Assoluto, spontanea Educazione;
  • dal culto della competitività alla consapevole collaborazione cosmica,
  • dall’esistenza ombrosa all’Essere Luce;
  • dall’emozionalità di bassa qualità a elevati sentimenti fino all’essere Amore-Beatitudine;
  • verso sempre maggior ordine fino all’Ordine Divino con libero arbitrio;
  • dall’utilizzo errato delle funzioni al corretto utilizzo di sé stessi funzione cosmica e pre-cosmica,
  • dalla rigidità alla fluidità esistenziale;
  • dalla disarmonia all’armonia;
  • dal culto della recriminazione al rito della gratitudine;
  • dall’ignoranza esistenziale alla conoscenza di Sé; 
  • da soggetto reattivo, subente, a soggetto consapevolmente agente fino all’Essere Azione Integrale.

Chiedo al Bene Assoluto di aiutarmi a essere bene sempre maggiore.

Mi apro a riconoscerMi Bene Assoluto.

Perché dedicarsi alla realizzazione del bene?

Decidere sinceramente di dedicarsi totalmente alla realizzazione del bene è fondamentale.

Non farlo significa automaticamente covare (direttamente o indirettamente, consciamente o inconsciamente) l’intenzione di dedicarsi anche al male, ovvero subirlo.

Mi apro alla realizzazione di sempre maggior bene.

Mi apro a maturare come bene sempre maggiore.

Le eventuali resistenze che si sentono esprimendo l’idea di dedicarsi integralmente al bene sono sacche di male che si oppongono alla realizzazione del bene. Per mantenere la propria poltrona manipolante i segmenti identitari malefici contrastano il bene, che è un male per il male: dove c’è luce non c’è oscurità.

Chiedo alla Verità di aiutarmi a riconoscere e superare gli ostacoli per l’umanizzazione.

Va considerato che il male e l’oscurità sono fisiologiche necessità evolutive. Umanizzarsi significa anche trascendere i conflitti della dualità: i concetti dualistici si basano su una prospettiva parziale, mentre Umanizzarsi significa anche tendere alla Prospettiva Integrale: a EsserLa realizzando la Prospettiva Identità.

Desiderare il bene

La capacità di desiderare è una risorsa da nobilitare migliorando la qualità dei desideri: desiderando bene sempre maggiore per sé stessi e altri.  

         Il bene che desideriamo ad altri è un antidoto per il male volutoci dagli stessi. D’altro canto: desiderando il male a qualcuno, attiriamo il male in generale. Desiderare il bene proprio e altrui è anche questione di igiene esistenziale personale.

         La maturazione spirituale non è questione di negazione di desideri a prescindere, anzi. Lo stesso desiderio di non desiderare è, chiaramente, un desiderio. Maturazione spirituale significa anche sostituzione di desideri non evolutivi con desideri evolutivi per liberarsi dall’attaccamento al desiderare, che non significa non desiderare a prescindere.

Chiedo al Bene Assoluto la maturazione

dello Spazio dei desideri potentemente umanizzanti.

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